Trattamento chirurgico


Se i pazienti non sono candidati idonei alle iniezioni intraplacca o c’è una curvatura residua dopo il trattamento, si deve considerare la correzione chirurgica.

Il trattamento chirurgico della malattia di La Peyronie ha quattro obiettivi:

  • Ottenere un raddrizzamento del pene.
  • Ripristinare la lunghezza e la circonferenza del pene.
  • Mantenere o ripristinare la normale funzionalità erettile.
  • Ridurre al minimo il rischio di complicanze quali ematomi e riduzione della sensibilità del pene.

Esistono tre principali tecniche chirurgiche:

  • Plicatura
  • Grafting
  • Impianto di protesi peniena

Plicatura

La logica alla base di questa procedura è piuttosto semplice: quasi sempre la curvatura si sviluppa per la presenza di una placca su un lato dei corpi cavernosi (tunica albuginea) che determina una perdita di elasticità, per cui quando il pene è in erezione, l’area colpita si estende meno della parte sana (in effetti un lato del pene è più lungo dell’altro) con conseguente curvatura.

Tutti gli interventi di plicatura prevedono la medesima procedura: il chirurgo opera sulla parte sana del pene accorciandola e portandola alla stessa lunghezza della parte colpita dalla malattia, eliminando così la curvatura.

I candidati ideali a questo intervento sono i pazienti che hanno le seguenti caratteristiche:

  • Funzione erettile intatta o che risponde alla farmacoterapia
  • Curvatura < 60 gradi
  • Assenza di deformità complesse
  • Assenza di effetto a clessidra o a cerniera
  • Perdita di lunghezza dovuta alla malattia < 20% della lunghezza totale in erezione

Grafting

Mentre la plicatura consiste nell’operare sulla parte sana e cioè il lato lungo del pene per accorciarlo, la tecnica del grafting si basa sul principio opposto: il chirurgo opera sulla placca (o placche) peniena per ripristinare l’elasticità (persa a causa della placca) del lato del pene colpito dalla malattia (lato corto) cosicché entrambi i lati raggiungano la medesima estensione durante l’erezione, eliminando la curvatura.

Con il grafting o innesto è possibile perciò ripristinare la lunghezza peniena persa a causa della malattia e correggere in maniera efficace ogni tipo di deformità, come gli effetti a clessidra o le complesse curvature multi-planari.

Da un punto di vista tecnico, le procedure di grafting sono più complesse e solo alcuni chirurghi uro-genitali sono in grado di eseguirle, per cui vengono riservate soltanto ai casi più gravi.

I candidati ideali a questa procedura sono i pazienti con le seguenti caratteristiche:

  • Funzione erettile intatta o che risponde alla farmacoterapia
  • Curvatura > 60 gradi
  • Deformità complessa
  • Effetto a cerniera destabilizzante
  • Retrazione e/o accorciamento penieno

Impianto di protesi peniena

L’impianto di una protesi peniena consiste nel posizionare all’interno dei corpi cavernosi  danneggiati due cilindri in silicone (protesi peniena), che consentono al paziente di ottenere erezioni meccaniche al bisogno.

Per saperne di più: Malattia di La Peyronie

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