Importante quando si parla di infertilità è la concentrazione di spermatozoi. Sembra però che in Occidente gli uomini producano sempre meno spermatozoi. Lo rivela uno studio pubblicato su Human Reproduction Update, da cui emerge che l’infertilità è in aumento. Ne parliamo con il dottor Andrea Russo, urologo Direttore di CURA – Centro di Urologia Avanzata, con sede a Milano e Saronno.
Negli ultimi 40 anni la concentrazione di spermatozoi nei maschi occidentali è calata del 52,4% mentre sfiora il – 60% per la conta spermatica, cioè per il numero di spermatozoi in un campione di liquido seminale. La causa è probabilmente legata anche a fattori ambientali e stili di vita. A rivelare questa tendenza è uno studio della Hebrew University di Gerusalemme (Israele) e dell’Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York (Stati Uniti) pubblicato su Human Reproduction Update.
«Negli uomini occidentali è in aumento la soglia di sub-infertilità o di infertilità – commenta il dottor Andrea Russo, urologo Direttore del Centro di Urologia Avanzata, con sede a Milano e Saronno – Era già nota questa tendenza, peraltro, provata fin dall’inizio del ‘900 con la misurazione del volume dei testicoli. Oggi però, l’infertilità è stata associata all’influenza dello stile di vita e dell’ambiente sulla concentrazione di spermatozoi».
La ricerca pubblicata è una revisione di 185 studi realizzati a partire dal 1973 al 2011 su circa 43 mila individui, prendendo in considerazione uomini in Europa, America del Nord, Australia e Nuova Zelanda. Nelle popolazioni di America del Sud, Asia e Africa non è stato riferito nessun declino rilevante, ma è anche vero che ancora non sono stati condotti sufficienti lavori di ricerca in merito. «Esiste il sospetto – spiega il dottor Russo – che alcuni inquinanti ambientali influiscano negativamente sugli ormoni maschili, oltre che sulla quantità e qualità degli spermatozoi. Diverse prove scientifiche a supporto sembrano indicare che questi agenti pericolosi comprometterebbero la fertilità degli uomini ancora prima della nascita. Il danno alla linea germinale maschile – conclude il direttore del Centro di Urologia Avanzata – avviene probabilmente già durante la gravidanza, dove gli inquinanti incidono maggiormente sul futuro sviluppo del bambino».