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PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP): risultati clinici

La diagnosi di Induratio Penis Plastica (IPP), comunemente nota come malattia di La Peyronie, porta con sé un carico di ansia non indifferente per il paziente. La comparsa di una placca fibrosa, la curvatura dell’asta peniena e, spesso, il dolore in erezione, spingono molti uomini a cercare soluzioni rapide e non invasive. Navigando online, è probabile che tu abbia letto di terapie rigenerative e ti stia chiedendo quale sia la reale efficacia del PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP): risultati clinici, benefici concreti e limiti di questa procedura.

In questo articolo, faremo chiarezza. Lontano dai messaggi di marketing che promettono guarigioni miracolose, analizzeremo cosa dice la letteratura scientifica e qual è l’esperienza clinica quotidiana su questa terapia, per capire se e quando il Plasma Ricco di Piastrine può essere la scelta giusta nel tuo percorso di cura.

Analisi medica del PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP): risultati clinici e aspettative reali a cura del Dott. Russo!

PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP)

Il Dott. Andrea Russo è uno Specialista in Urologia e Andrologo dedicato alle problematiche di sessualità maschile. A differenza di altri colleghi, si occupa esclusivamente del benessere sessuale maschile. Ciò significa che può darti tutto il supporto necessario e risolvere il tuo disturbo. Come dicono  centinaia di recensioni positive, il Dott. Russo vanta un track record di successi. Ha una grande esperienza clinica e negli ultimi 5 anni ha visitato oltre 10.000 pazienti. Direttore del Centro di Urologia Avanzata a Milano e direttore del Training Center Onde d’Urto in Andrologia.

I suoi centri adottano un approccio terapeutico basato sulle linee guida delle società scientifiche internazionali di medicina sessuale e sulla vasta esperienza clinica del Dott. Russo. Grazie a trattamenti all’avanguardia e una filosofia centrata sul paziente, il Dott. Russo, affronta ogni problema sessuale maschile con competenza, empatia e discrezione. Con anni di esperienza e un approccio personalizzato, il Dott. Russo è riconosciuto per la sua attenzione alla sicurezza e all’efficacia dei trattamenti PRP.

Distinguere tra ciò che è biologicamente plausibile e ciò che è clinicamente dimostrato

Il PRP (Plasma Ricco di Piastrine) è un concentrato di fattori di crescita autologhi, ottenuto centrifugando il sangue del paziente stesso. L’idea alla base del suo utilizzo nell’IPP è sfruttare il potenziale rigenerativo e antinfiammatorio di questi fattori (come VEGF, PDGF, TGF-beta) per contrastare la fibrosi. Gli studi clinici più recenti e la pratica ambulatoriale mostrano che l’iniezione di PRP direttamente nella placca o nel tessuto circostante non agisce come un “solvente” che cancella la placca dall’oggi al domani. I risultati clinici indicano piuttosto un’azione modulatrice.

Cosa dicono i dati:

  • Riduzione del dolore: Questa è l’area dove il PRP mostra i risultati più consistenti. Nella fase attiva della malattia, l’azione antinfiammatoria dei fattori di crescita può ridurre significativamente la sintomatologia dolorosa, permettendo al paziente di riprendere una vita sessuale più serena.
  • Stabilizzazione della placca: Esistono evidenze che suggeriscono come il PRP possa rallentare la progressione della fibrosi se somministrato nelle fasi precoci.
  • Miglioramento della curvatura: Qui è necessaria la massima onestà. Il PRP da solo raramente raddrizza un pene curvo in modo drammatico. Tuttavia, i risultati clinici migliorano notevolmente quando il PRP è inserito in un protocollo multimodale (ad esempio associato a vacuum device o trazione meccanica), rendendo il tessuto più elastico e responsivo alle terapie fisiche.

È fondamentale comprendere che il PRP, in questo contesto, è spesso utilizzato come terapia off-label (ovvero per un uso diverso da quello originariamente approvato, ma supportato da evidenze scientifiche crescenti), e la risposta può variare da paziente a paziente in base alla “vecchiaia” della placca e alla reattività individuale dei tessuti.

Come agisce il PRP sui tessuti del pene: oltre l’infiammazione

PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP)

Per capire i risultati clinici reali, bisogna comprendere il meccanismo biologico. La malattia di La Peyronie è essenzialmente un disturbo di cicatrizzazione aberrante. Il corpo deposita collagene in modo disorganizzato, creando la placca anelastica. Le iniezioni di PRP mirano a interrompere questo circolo vizioso. I fattori di crescita rilasciati dalle piastrine stimolano l’angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni) e richiamano cellule staminali locali. Questo processo non “scioglie” la cicatrice come farebbe un acido, ma tenta di “rimodellare” il tessuto, rendendolo meno rigido.

L’obiettivo realistico del trattamento, che discutiamo sempre durante la visita presso il Centro di Urologia Avanzata, non è la scomparsa magica della malattia, ma il miglioramento della qualità dei tessuti. Un tessuto meno infiammato e più vascolarizzato è un tessuto che risponde meglio ad altre terapie, come le onde d’urto o la ginnastica peniena.

Molti pazienti, cercando come guarire la malattia di Peyronie, si imbattono in soluzioni fai-da-te; l’approccio medico con PRP rappresenta invece una strategia biologica mirata per “ammorbidire” il terreno su cui poi lavorare per recuperare la funzionalità.

Fase infiammatoria vs Fase stabilizzata: il timing è tutto

Uno degli aspetti meno discussi online, ma cruciali per il successo terapeutico, è il momento in cui si interviene. La Peyronie ha due fasi distinte:

  • Fase Acuta (Attiva): Caratterizzata spesso da dolore ed evoluzione della curvatura.
  • Fase Cronica (Stabilizzata): Il dolore cessa, la curvatura è stabile e la placca è calcificata o molto dura.

I risultati clinici del PRP sono tendenzialmente migliori nella fase attiva o di transizione. In questo stadio, l’infiammazione è ancora presente e il tessuto è metabolicamente attivo, quindi più recettivo ai segnali biologici dei fattori di crescita. Nella fase stabilizzata, specialmente in presenza di placche calcifiche, il PRP da solo ha un’efficacia limitata sulla curvatura, sebbene possa ancora migliorare la qualità dell’erezione e la sensibilità riducendo la fibrosi intracavernosa.

Questo non significa che i pazienti con malattia stabilizzata non possano trarne beneficio, ma le aspettative devono essere tarate correttamente. In questi casi, potrebbe essere necessario valutare se il PRP debba essere preparatorio a una chirurgia (per migliorare i tessuti prima dell’operazione) o se sia meglio optare direttamente per altre vie, come la chirurgia per l’IPP o l’uso di protesi peniene nei casi più severi con deficit erettile associato.

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PRP e terapie combinate: il vero segreto del successo

PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP)

Se cerchi peyronie nuove cure 2025, noterai che la tendenza della medicina sessuale moderna non è la “monoterapia” (usare una sola cura), ma la terapia combinata. L’esperienza clinica del Dott. Russo suggerisce che il PRP offre il massimo potenziale quando non è lasciato solo.

Un protocollo di eccellenza potrebbe prevedere:

  • PRP + Onde d’Urto (Li-ESWT): Le onde d’urto focali a bassa intensità stimolano i tessuti meccanicamente, mentre il PRP fornisce il “carburante” biologico per la rigenerazione. Questa sinergia è spesso utilizzata anche per la disfunzione erettile concomitante.
  • PRP + Vacuum Device (Pompa a vuoto): Dopo aver iniettato i fattori di crescita, l’uso quotidiano del vacuum aiuta a distendere meccanicamente la placca, guidando il rimodellamento del tessuto in senso rettilineo.
  • PRP + Terapia farmacologica orale: Integratori o farmaci che migliorano l’ossigenazione tissutale possono supportare l’azione del plasma.

Questo approccio integrato distingue un centro di eccellenza da uno studio che si limita a effettuare iniezioni. Curare l’IPP richiede una strategia a 360 gradi.

Limiti, rischi e sicurezza della procedura

La trasparenza è un valore cardine del Dott. Russo. Sebbene il PRP sia una procedura autologa (usa il tuo sangue) e quindi priva di rischi di rigetto o reazioni allergiche, non è esente da limiti.

  • Non è un intervento chirurgico: Non “taglia” la curvatura. Chi si aspetta che un pene curvo di 90° torni perfettamente dritto solo con le iniezioni rimarrà deluso.
  • Effetti collaterali transitori: È possibile riscontrare lievi ematomi (lividi) nel sito di iniezione o un senso di tensione temporaneo.
  • Variabilità: Non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Fattori come il fumo, il diabete o l’ipertensione possono ridurre la qualità delle piastrine e quindi l’efficacia del trattamento.

È importante diffidare di chi propone il PRP come alternativa certa alla chirurgia nei casi di curvature severe (>60-70 gradi) o deformità complesse (a clessidra). In quei casi, il PRP può essere un coadiuvante, ma difficilmente la soluzione definitiva. Per casi complessi, potrebbe essere necessario discutere di procedure di corporoplastica o altre tecniche chirurgiche.

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Il percorso di cura con il Dott. Russo a Milano

PRP per la Malattia di La Peyronie (IPP)

Il Dott. Andrea Russo riceve presso il Centro di Urologia Avanzata a Milano. La struttura è pensata per garantire massima privacy ed efficienza. La visita per la Malattia di La Peyronie non è una semplice chiacchierata. Include:

  • Anamnesi approfondita.
  • Esame obiettivo dei genitali per valutare la placca (dimensione, consistenza).
  • Valutazione ecografica (se necessaria) per mappare la fibrosi.
  • Discussione onesta sulle opzioni terapeutiche.

Dove si trova lo studio:

Lo studio è situato in Via G. B. Pergolesi 16, Milano. La posizione è strategica e facile da raggiungere:

  • Metropolitana: A pochi passi dalle fermate Loreto (M1 Rossa / M2 Verde) e Caiazzo (M2 Verde).
  • Auto: È disponibile il comodo Parcheggio Multipiano Doria in Via Andrea Doria 22, a pochi minuti a piedi.

Questo permette ai pazienti di arrivare, effettuare la visita o il trattamento e ripartire con la massima comodità, riducendo lo stress logistico spesso legato alle visite mediche in una grande città.

Domande frequenti e falsi miti

Molti pazienti arrivano in studio con informazioni confuse trovate in rete.

  • “Malattia di Peyronie si guarisce?” La guarigione completa intesa come ritorno alla situazione pre-malattia è rara senza chirurgia, ma la gestione ottimale dei sintomi e il recupero della funzione sessuale sono obiettivi realistici e raggiungibili.
  • “Come far sciogliere la placca della Peyronie?” Non esistono creme o pillole che sciolgono la placca. Le terapie iniettive (come PRP o in passato la collagenasi, oggi meno reperibile in Europa) mirano ad ammorbidirla, non a dissolverla come ghiaccio al sole.
  • “Quali sono le nuove cure per la malattia di Peyronie?” Oltre al PRP, si sta parlando molto di terapie con cellule staminali e nuovi protocolli di onde d’urto. Tuttavia, il Dott. Russo adotta solo protocolli che abbiano una base di sicurezza ed efficacia validata, evitando sperimentazioni rischiose sui pazienti.

Per approfondire le varie opzioni, puoi consultare la sezione dedicata alle terapie innovative sul nostro sito.

Conclusioni: un approccio onesto e centrato sul paziente

La Malattia di La Peyronie può essere una condizione psicologicamente devastante, ma non deve essere affrontata in solitudine o con rimedi improvvisati. I risultati clinici del PRP mostrano che questa terapia rappresenta una freccia importante nell’arco dell’andrologo moderno, soprattutto per la gestione del dolore, la stabilizzazione della placca e il miglioramento della qualità dei tessuti in vista di un recupero funzionale. Tuttavia, il successo dipende dalla selezione del paziente e dalla competenza dello specialista.

Affidarsi al Dott. Andrea Russo significa scegliere un professionista che conosce a fondo la patologia, che non vende illusioni, ma costruisce percorsi di cura concreti basati sulle evidenze scientifiche e sulle esigenze personali di ogni uomo. Se noti una curvatura, un nodulo o dolore durante l’erezione, NON ASPETTARE, il tempo è un fattore chiave.

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