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Onde d’urto prostatite

Nel panorama delle possibili cure alla prostatite, le Onde d’urto prostatite, rappresentano un binomio che sta riscuotendo un ottimo successo e che merita di essere approfondito. Oggi verificheremo se le onde d’urto sono efficaci per il trattamento della prostatite.

Onde d’urto prostatite una via percorribile?

Cos’è la prostatite?

La prostatite è un processo infiammatorio che colpisce la prostata e i tessuti circostanti. Esistono diversi tipi di prostatite: batterica acuta, batterica cronica, abatterica cronica e asintomatica. Si stima che ogni anno colpisca circa un terzo della popolazione maschile, specialmente tra i 20 e i 40 anni. È definita come un dolore non specifico, non facilmente localizzabile in assenza di una patologia di base diagnosticabile (es. infezione batterica, trauma) che perdura per più di 6 mesi.

Come si manifesta?

Onde d’urto prostatite

La prostatite acuta e quella cronica si presentano con sintomi diversi. La prostatite acuta si manifesta con dolore al basso ventre, difficoltà a iniziare la minzione, bruciore durante l’espulsione dell’urina (stranguria), aumento dello stimolo a urinare (pollachiuria), anche durante la notte (nicturia), senso di urgenza e di vescica non vuota.

In alcuni casi è possibile la presenza di sangue nello sperma, eiaculazione dolorosa e febbre. Nella forma cronica i sintomi perdurano per un periodo superiore ai tre mesi. Solitamente il paziente non lamenta febbre, ma sono presenti sintomi irritativi (pollachiuria, nicturia, urgenza, stranguria) e dolore pelvico.

Come si diagnostica?

Prima di procedere agli esami obiettivi, l’esperto effettuerà un colloquio con il paziente, allo scopo di raccogliere dati utili alla diagnosi, specie in merito alle abitudini sessuali del paziente (rapporti a rischio, cambio partner frequente). S

uccessivamente, si procede agli esami di laboratorio, che consistono nella ricerca di batteri nel liquido seminale e nelle urine, oltre che in seguito alla raccolta di urine e/o liquido prostatico ottenuto a seguito di massaggio della prostata (Test di Stamey).

Se si è in presenza di prostatite, si potrebbe registrare un incremento dei valori ematici di Antigene Prostatico Specifico (PSA). Anche un’ecografia prostatica trans rettale e l’uroflussometria con valutazione ecografica del residuo post-minzionale possono essere esami diagnostici utili.

Differenti livelli di prostatite

  1. Categoria I: Prostatite batterica acuta. Caratterizzato da febbre improvvisa, dolore perineale e soprapubico e sintomi di svuotamento. L’urina mostra segni di infezione del tratto urinario.
  2. Categoria II: Prostatite batterica cronica. La prostatite batterica cronica è caratterizzata da sintomi per più di 3 mesi con infezione ricorrente del tratto urinario batterico.
  3. Categoria III: Sindrome da dolore pelvico cronico (CPPS), è caratterizzato da dolore e sintomi di svuotamento per più di 3 mesi, senza rilevazione di agenti patogeni batterici utilizzando metodi microbiologici standard. Il CPPS è diviso in due sottocategorie:
  4. Categoria IIIA: CPPS infiammatorio. Globuli bianchi nel liquido prostatico, nelle urine, nel liquido seminale.
  5. Categoria IIIB: CPPS non infiammatorio Nessun globulo bianco nel liquido prostatico, nelle urine, nel liquido seminale.
  6. Categoria IV: Prostatite infiammatoria asintomatica.

Come si cura?

La terapia nel paziente affetto da prostatite varia a seconda della forma di prostatite (acuta o cronica) e delle cause. Nel caso di prostatiti batteriche, va eseguita la terapia antibiotica con farmaci che raggiungono facilmente le vie urinarie (ad esempio le penicilline ad ampio spettro e i fluorochinolonici). La durata della terapia è di 3-4 settimane, a meno che non si tratti di prostatite cronica che richiede un ciclo più lungo (6-8 settimane) di antibiotici. Raramente, in alcuni casi di prostatiti batteriche acute può essere necessaria l’ospedalizzazione e la terapia antibiotica condotta per via endovenosa.

Se la prostatite è accompagnata da episodi di ritenzione di urina e impossibilità di svuotamento della vescica, può rendersi necessario il posizionamento di un catetere. Le forme di prostatite cronica abatterica si curano con l’utilizzo di antibiotici, antinfiammatori e farmaci alfa bloccanti, eventualmente associati a fitoterapici. In alcuni casi la combinazione di un approccio psicologico e di fisioterapia può essere utile per migliorare le condizioni del paziente affetto da prostatite.

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Onde d’urto prostatite, come funziona?

Onde d’urto disfunzione erettile

Cosa sono le onde d’urto e perché sono efficaci?

Le onde d’urto hanno due caratteristiche principali: possono propagarsi in un mezzo liquido (1500 m/sec nell’acqua) o gassoso(nell’aria) o solido, compatto (i tessuti del corpo umano) e trasportano energia. Queste onde vengono prodotte da un manipolo che viene appoggiato al corpo e possono essere trasmesse in un punto o regione del corpo ben localizzato. L’energia delle onde viene scaricata solo nell’area mirata senza coinvolgere i tessuti vicini.

Il meccanismo d’azione biologica non è ancora ben chiarito. Si pensa che le cellule del tessuto, interessate dalle onde d’urto, vengono prima compresse, per la pressione positiva derivante dall’energia trasportata dall’onda d’urto, e poi si espandano per le intrinseche proprietà di tensione, quasi come un palloncino gonfiato, creando delle microscopiche bolle, che inducono uno stress, una apertura, della membrana delle cellule con rilascio di fattori angiogenetici.

Prostatite e Onde d’urto

La terapia con onde d’urto a bassa intensità non è invasiva ed è stata applicata al trattamento delle prostatiti croniche poiché induce un aumento della vascolarizzazione, un incremento dei segnali antinfiammatori, una interruzione degli impulsi nervosi dolorifici ed una riduzione del tono muscolare passivo.

Una terapia riconosciuta

Uno studio recentemente pubblicato (Guu SJ, 2018) dimostra che il 76% dei pazienti con prostatite cronica non responsiva a terapia antibiotica, antinfiammatoria e alpha-bloccante a 4 settimane dalla terapia con onde d’urto a bassa intensità ha avuto un beneficio che nell’82% dei pazienti è stato superiore a 3 mesi di follow-up.

Meccanismo di funzionamento

Il meccanismo d’azione biologica delle onde d’urto non è ancora ben chiarito. Si pensa che le cellule del tessuto, interessate dalle onde d’urto, vengono prima compresse per la pressione positiva derivante dall’energia trasportata, e poi si espandano per le intrinseche proprietà di tensione, quasi come un palloncino gonfiato, creando delle microscopiche bolle, che inducono uno stress, una apertura, della membrana delle cellule con rilascio di fattori angiogenetici.

I vantaggi della terapia a onde d’urto

Il trattamento con le onde d’urto ha una serie di vantaggi:

  • Non è invasivo.
  • Indolore.
  • Non ci sono limiti di età.
  • Non esistono controindicazioni generali o locali, salvo evidenti infiammazioni.

 

Conclusioni

Dott. Andrea Russo

Il Dott. Andrea Russo è uno Specialista in Urologia e Andrologo, Direttore del Centro di Urologia Avanzata e direttore del Wolf Elvation Training Center per Onde d’Urto in Andrologia. Presso i suoi centri propone, a seconda dei casi, il binomio Onde d’urto Prostatite come trattamento.

Se siete interessati e volete maggiori informazioni non esitate a contattarlo presso uno dei suoi centri. Il Dottor Russo utilizza un approccio terapeutico basato sui più recenti studi clinici e sulle linee guida delle società scientifiche internazionali di medicina sessuale.

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